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giovedì 24 maggio 2012

LA RIVOLUZIONE REGGINA......


La Reggina sarà costretta a una vera rivoluzione Molti elementi dell'attuale organico hanno deluso e ci vorranno meno esperimenti e più qualità

REGGIO CALABRIA
Chiudere il campionato 2011-2012 con un inopinato kappaò a beneficio del Vicenza, un collettivo che naviga in acque procellose, sarebbe quanto mai esecrabile per la compagine amaranto. Tanto da incentivare la delusione degli ambienti sportivi cittadini, così evidente semplicemente osservando le sempre più rare presenze sugli spalti. La stagione si era aperta sotto ben altri auspici. Riaffidata alle cure di Roberto Breda, dopo l'esemplare "mission" con Atzori (che andava riconfermato), alla Reggina era stato demandato il compito di "migliorare l'obiettivo" centrato a giugno. E cioè? Puntualizzazione indefinibile. A rigor di logica: la promozione diretta.
Lasciamo stare se la squadra fosse stata attrezzata per il salto. In via delle Industrie si era ritenuto, evidentemente, che la stessa intelaiatura (diciamo così) che aveva centrato i playoff, sfumati per un tiro della domenica di Rigoni, sarebbe stata comunque in grado di superarsi. In effetti, rientrato Missiroli da Cagliari e sia pure senza i vari Puggioni, Acerbi e Costa, il girone ascendente gratificava gli appassionati della Reggina. Il culmine si registrava con i 13 punti in cinque partite a cominciare dallo strettissimo pareggio di Ascoli. Il fuoco, tuttavia, covava sotto la cenere. Via Breda dopo le vacanze di fine anno, con la squadra attestata però al 6. posto; ecco Gregucci. Rimedio peggiore del "male" identificabile nei veleni di spogliatoio (questi ragazzini, e non, ne hanno fatto di danni!). Insomma, un fallimento.
Che obbliga oggi a un ripensamento, ad una sorta di repulisti e ad una riprogrammazione per un giusto mix fra giovani ed esperti atleti che, è l'augurio, Davide Dionigi saprà guidare con polso fermo. La Reggina ha la volontà di riconciliarsi con il proprio pubblico? La risposta è positiva, però con una postilla: compatibilmente con le esigenze di bilancio, in un contesto di macrocrisi non soltanto calcistica e di obbligo di fair play economico. Evidentemente, si è capito che la gioventù non paga il sabato. È capace di alti e bassi, cambi d'umore, distrazioni fatali. Per varare un organico competitivo è indispensabile una formazione motivata, entusiasta, fisicamente e tecnicamente apprezzabile. Insomma, entra in ballo la famosa qualità.
Secondo noi, usando un linguaggio rigidamente tecnico, in pochi si salvano in questa Reggina, segnatamente in difesa, volendo tacere del centrocampo che non avrà Nicolas Viola (con la testa già a Palermo) e di un attacco del quale non farà parte Bonazzoli ma che necessiterà obbligatoriamente di centimetri e forza dirompente fra le linee avversarie. Il lavoro sarà complicato. Anzitutto perché in scadenza sono soltanto Belardi (resterà, non resterà, è utile che resti?) e l'incompreso paraguaiano Montiel. Angella se ne va per fine prestito (pure lui è in scadenza). Tutti gli altri gravano nel libro paga della Reggina. Intendiamo pure i 23-24 calciatori in prestito nei vari campionati compresi i portieri Pietro Marino e Kovacsik. Esemplificando per reparti, il solo Emerson in difesa sembra offrire garanzie qualificanti di rendimento. A centrocampo va bene sulla fascia sinistra Rizzato che ha gambe e cuore, a destra D'Alessandro è bravino ma deve maturare, mentre è sparito Colombo, come nel fulcro Castiglia quest'ultimo verosimilmente per motivi disciplinari; ed è sparito De Rose che nei primi tempi si era distinto sotto il profilo agonistico. Lo stesso Armellino non spicca certo per personalità e notoriamente Barillà non è un regista ma gioca di slancio.
Davanti si è segnato parecchio (secondo migliore attacco dopo il Pescara), ma anche qui va fatta una buona cernita per tenersi stretti i più motivati e abili. Naturalmente bisogna tener conto del mercato con la sua, cronica ormai, carenza di liquidità. Questo aggrava la problematica economica amaranto. Far fronte a tanti contratti non sarà semplice. E, dall'esterno, è più facile giudicare, criticare, rispetto a chi opera all'interno. Ma Foti ha sempre dimostrato grande abilità ed esperienza di mercato. E saprà agire per il meglio. Salvo errori.
 
 
 
fonte Gazzate del sud

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