La Reggina sarà costretta a una vera rivoluzione Molti elementi dell'attuale organico hanno deluso e ci vorranno meno esperimenti e più qualità
REGGIO CALABRIA
Chiudere il campionato 2011-2012 con un inopinato
kappaò a beneficio del Vicenza, un collettivo che naviga in acque
procellose, sarebbe quanto mai esecrabile per la compagine amaranto.
Tanto da incentivare la delusione degli ambienti sportivi cittadini,
così evidente semplicemente osservando le sempre più rare presenze sugli
spalti. La stagione si era aperta sotto ben altri auspici. Riaffidata
alle cure di Roberto Breda, dopo l'esemplare "mission" con Atzori (che
andava riconfermato), alla Reggina era stato demandato il compito di
"migliorare l'obiettivo" centrato a giugno. E cioè? Puntualizzazione
indefinibile. A rigor di logica: la promozione diretta.
Lasciamo stare se la squadra fosse stata attrezzata per
il salto. In via delle Industrie si era ritenuto, evidentemente, che la
stessa intelaiatura (diciamo così) che aveva centrato i playoff,
sfumati per un tiro della domenica di Rigoni, sarebbe stata comunque in
grado di superarsi. In effetti, rientrato Missiroli da Cagliari e sia
pure senza i vari Puggioni, Acerbi e Costa, il girone ascendente
gratificava gli appassionati della Reggina. Il culmine si registrava con
i 13 punti in cinque partite a cominciare dallo strettissimo pareggio
di Ascoli. Il fuoco, tuttavia, covava sotto la cenere. Via Breda dopo le
vacanze di fine anno, con la squadra attestata però al 6. posto; ecco
Gregucci. Rimedio peggiore del "male" identificabile nei veleni di
spogliatoio (questi ragazzini, e non, ne hanno fatto di danni!).
Insomma, un fallimento.
Che obbliga oggi a un ripensamento, ad una sorta di
repulisti e ad una riprogrammazione per un giusto mix fra giovani ed
esperti atleti che, è l'augurio, Davide Dionigi saprà guidare con polso
fermo. La Reggina ha la volontà di riconciliarsi con il proprio
pubblico? La risposta è positiva, però con una postilla: compatibilmente
con le esigenze di bilancio, in un contesto di macrocrisi non soltanto
calcistica e di obbligo di fair play economico. Evidentemente, si è
capito che la gioventù non paga il sabato. È capace di alti e bassi,
cambi d'umore, distrazioni fatali. Per varare un organico competitivo è
indispensabile una formazione motivata, entusiasta, fisicamente e
tecnicamente apprezzabile. Insomma, entra in ballo la famosa qualità.
Secondo noi, usando un linguaggio rigidamente tecnico,
in pochi si salvano in questa Reggina, segnatamente in difesa, volendo
tacere del centrocampo che non avrà Nicolas Viola (con la testa già a
Palermo) e di un attacco del quale non farà parte Bonazzoli ma che
necessiterà obbligatoriamente di centimetri e forza dirompente fra le
linee avversarie. Il lavoro sarà complicato. Anzitutto perché in
scadenza sono soltanto Belardi (resterà, non resterà, è utile che
resti?) e l'incompreso paraguaiano Montiel. Angella se ne va per fine
prestito (pure lui è in scadenza). Tutti gli altri gravano nel libro
paga della Reggina. Intendiamo pure i 23-24 calciatori in prestito nei
vari campionati compresi i portieri Pietro Marino e Kovacsik.
Esemplificando per reparti, il solo Emerson in difesa sembra offrire
garanzie qualificanti di rendimento. A centrocampo va bene sulla fascia
sinistra Rizzato che ha gambe e cuore, a destra D'Alessandro è bravino
ma deve maturare, mentre è sparito Colombo, come nel fulcro Castiglia
quest'ultimo verosimilmente per motivi disciplinari; ed è sparito De
Rose che nei primi tempi si era distinto sotto il profilo agonistico. Lo
stesso Armellino non spicca certo per personalità e notoriamente
Barillà non è un regista ma gioca di slancio.
Davanti si è segnato parecchio (secondo migliore
attacco dopo il Pescara), ma anche qui va fatta una buona cernita per
tenersi stretti i più motivati e abili. Naturalmente bisogna tener conto
del mercato con la sua, cronica ormai, carenza di liquidità. Questo
aggrava la problematica economica amaranto. Far fronte a tanti contratti
non sarà semplice. E, dall'esterno, è più facile giudicare, criticare,
rispetto a chi opera all'interno. Ma Foti ha sempre dimostrato grande
abilità ed esperienza di mercato. E saprà agire per il meglio. Salvo
errori.
fonte Gazzate del sud
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